Dog’s dick way post (post alla cazzo di cane)

L’altra sera ho visto il film “Soffocare”, tratto dal mio libro preferito del mio autore preferito, Chuck Palahniuk (in realtà è solo uno dei miei autori preferiti, ma così la frase suonava meglio). Il film mi ha abbastanza deluso; c’è una regola non scritta che vuole i film tratti da un libro sempre un spanna indietro rispetto all’opera originale. E’ una regola che odio. Posso citare almeno un caso in cui un film è nettamente migliore del libro da cui è tratto: “Auguri Professore” per la regia di Riccardo Milani, contro “Storie fuori registro” scritto dal pur bravissimo Domenico Starnone. Se fossi sincero direi anche che è l’unico caso che conosco. Ma la sincerità è una dote a cui non aspiro. Aspiro piuttosto a qualcosa che non viene comunemente definita  una dote, ma aiuta sicuramente a vivere meglio; non parlo dei sogni marzulliani, ma dell’ignoranza. Pensate al vantaggio esistenziale nel non incazzarsi al lavoro quando calpestano i vostri diritti, semplicemente perché non sapete di avere diritti. Pensate che bello la mattina aprire la home di Repubblica e non avere un reflusso gastroesofageo, leggendo le ultime cazzate dell’esecutivo, semplicemente perché non sapete leggere. Qualcuno dirà che non ci vuole niente a essere ignoranti, che è la cosa più facile del mondo, ma non è così: una volta uno psicologo mi spiegò che la difficoltà nel curare la depressione non è tanto la mancanza di una cura universalmente efficace, ma la tendenza del depresso a non seguirla, come se a quella vergine di Norimberga nella sua testa ci fosse affezionato. Anche se soffre come un cane non può farne a meno, perché quel dolore non è qualcosa di esterno, quel dolore è lui. Ecco la prima considerazione di questo post; come la depressione, la non-ignoranza è una malattia che si autoalimenta. C’è un bellissimo dialogo nel romanzo “Nero come il cuore” di Giancarlo De Cataldo (in realtà potrebbe essere un parto della mia immaginazione, ma dato l’oggetto del post sono giustificato);  in una sauna, un commisario si confida con l’avvocato protagonista della storia, e gli dice che loro non sono destinati alla carriera, perché sono intelligenti, e chi è intelligente sa che c’è sempre qualcuno che ha più diritto di fare strada, e inconsciamente si fa da parte, mentre chi questa sensibilità non ce l’ha ha, può andare dritto come un treno ad alta velocità. Indi, seconda considerazione, per fare carriera bisogna essere stupidi, e quindi necessariamente ignoranti.
Conclusione: mamme e babbi, crescete i vostri bimbi nel buio dell’ignoranza, non mandateli a scuola, bruciate i libri, insegnategli solo le parole necessarie alla sopravvivenza, e avrete dei figli felici e di successo.

P.S.: la non-ignoranza non è sapienza. La Sapienza non mi appartiene, ci ho semplicemente studiato.

P.P.S. Bis: cercavo su internet l’espressione “Dog’s dick way” e sono finito su una pagina di Wikipedia versione inglese, esattamente una pagina chiamata “Italian profanity” (qui), cioè una pagina in cui vengono “spiegate” le espressioni volgari italiane;  di quasi tutte le parole viene semplicemente descritto il significato, ma leggete questa:

  • coglione (pl. coglioni): roughly equivalent to testicle; where referred to a person, it usually means burk, twit, fool. In addition, it can be used on several phrases such as avere i coglioni (literally, to have testicles; actually, to be very courageous) or essere un coglione (to be a fool). Coglione was also featured in worldwide news when used by former Italian PM Silvio Berlusconi referring to those who would not vote for him during the 2006 Italian election campaign.[2] It derives from Latin culio, pl. culiones, and is thus cognate to the Spanish cojones;

E’ esattamente quello che intendevo quando ho scritto “Pensate che bello la mattina aprire la home di Repubblica e non avere un reflusso gastroesofageo, leggendo le ultime cazzate dell’esecutivo, semplicemente perché non sapete leggere”.

8 pensieri riguardo “Dog’s dick way post (post alla cazzo di cane)”

  1. No Malfre!, e lo bruci così? potresti inviarlo al calvino se ti avanzano 60 euro, potresti tentare ancora e ritentare e ritentare e ritentare fino alla morte, potresti diventare l’incubo di ogni editore che al fine potrebbe pubblicarti per sfinimento! le alternative sono tante, milioni di milioni come le stelle di negroni.

  2. Per certi versi approvo: vivere ignorando, potrebbe dare meno problemi al fegato. In fondo sarebbe come vivere senza alcolici, senza cioccolata, senza… bla bla. Per vivere da ignoranti però credo non sia sufficiente non saper leggere e scrivere, occorrerebbe anche essere ciechi e sordi, o si correrebbe il rischio di vivere condizionati (e dio sa quanto in questi giorni di caldo si senta il bisogno di un condizionatore!) – BASTA, ESCI DA ME, SPIRITO BURLONE! – dicevo, si correrebbe il rischio di vivere condizionati dai soliti, strampalati messaggi radiotelevisivi scelti ad hoc per far leva sul famoso popollo di ignoranti (nel senso buono, ci mancherebbe!).
    Alla fine ci trasformeremmo in un ammasso informe di trogloditi schizofrenici (l’ho detto io? io non l’ho mai detto! l’ho fatto io? io non l’ho mai fatto!), incapaci comunque di afferrare il senso delle cose. Guarda che pensandoci bene, mi sa che di gente che non legge in Italia ce ne sia già un buon 50% + un pugno.
    E mi chiedo: ma io voglio davvero rinunciare alla mia vodka lemon ghiacciata? al mio nocciolato al gianduia? alla mia dose di ‘silviate’ quotidiane?
    Sinceramente no.
    Sinceramente ho ancora una gran voglia di incazzarmi, di trattenere conati di vomito, o di correre al cesso per un… eccesso, perché poi, quando si tratterà di godere, so che me la godrò di più.
    Sarei semmai propenso al fatto che sui libri, sulle riviste e sui quotidiani venisse utilizzato l’incipit di un ‘certo’ romanzo, visto che l’hai citato, proprio come sui pacchetti di sigarette troviamo le ‘nefaste’ avvertenze: “Se stai per metterti a leggere, evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un’altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finché sei ancora intero. Salvati.”.
    Che ne dici?

  3. Sarebbe una buona idea, o ancora “Questo romanzo peggiorerà la tua vita”, “Nuoce gravemente alla tua autostima” e via dicendo. Spero di cuore che il giorno in cui godremo arrivi presto, tipo l’8 giugno è una data che detta così mi piace molto…

  4. non ci rimane che attendere come si comporteranno i vari silvi, incrociando le dita perché chi ha la testa sul collo si diriga verso le urne e si esprima.

  5. Ecco perché il mio fumetto preferito è e rimane Calvin and Hobbes, e non solo perché Bill Watterson è una persona, almeno in relazione al suo lavoro, eccezionale,

    Per il resto, è vero che, per essere ignoranti, non basta scegliere di esserlo. E, di contro, se hai la propensione a voler capire le cose, oltre che conoscerle, se sei curioso, c’è poco da fare, sei naturalmente portato a voler di guardare dentro alle cose, non solo in superficie.
    Probabilmente, è anche una questione di intelligenza. C’è quella ossessiva, che non riesce a darsi pace e si sente bene quando pensa di stare vedendo le cose per quelle che sono, e poi c’è quella che, proprio perché riesce a capire, almeno per un po’, come stanno le cose, se ne fa una ragione e vive bene perché, in fondo, si sta godendo quel che può fare, prendere, conoscere. Di fatto, una cosa è sapere, un’altra è farsi coinvolgere emotivamente dalla conoscenza, meglio farsi coinvolgere dal sesso e dalla cioccolata.

Lascia un commento