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UNA PROPOSTA MOLESTA / I REBOOT

Ve lo ricordate “Will il principe di Bel-Air”?

Ebbene ne hanno fatto un rifacimento, ma attenzione… è diventata una serie drammatica/action/crime (qui il trailer).

Qualora la cosa divenisse di moda, suggerisco alcuni reboot nostrani:

-“Casa Vianello”: una ricca e anziana coppia vive la propria esistenza ricco borghese. Lei, una donna sadica e perversa, è parecchio stufa della routine matrimoniale, così escogita dei modi sempre diversi per attirare delle giovani donne in casa per torturarle fino alla morte. Lui tenta in tutti i modi di salvarle, cercando di sedurre le donne e portarle fuori da casa, ma fallisce ogni volta miseramente. La sera, quando la sete di sangue di lei sembrerebbe essersi placata, l’anziana assassina sotto le lenzuola comincia a scalciare: è l’astinenza dal sangue, e il giorno dopo una nuova giovane vita sarà spezzata.

-“Un medico in famiglia”: Roma, anni 60. Nonno Libero, dopo una vita di lavoro e dopo aver combattuto i tedeschi come partigiano, si gode la pensione e i suoi nipotini, la prole del suo unico figlio, un brillante medico rimasto vedovo. Ma un giorno Libero scopre qualcosa che mai e poi mai avrebbe potuto immaginare: quando Libero si unì alla Resistenza, suo figlio era un brillante studente di medicina, finita la guerra Libero tornò a Roma ma non trovò il figlio, tempo dopo gli spigherà che era scappato per paura dei bombardamenti. Ma Libero scopre che in realtà suo figlio era diventato l’assistente del Dottor Josef Menghele, l’angelo della morte di Auschwitz. Cosa farà Libero? Cederà alla rabbia e al senso di giustizia, lasciando gli amati nipoti orfani anche del padre? Oppure farà finta di niente sapendo di aver egli stesso generato il Male contro cui ha combattuto per tutta la vita?

-“I Cesaroni”: nel cuore del quartiere Garbatella c’è la casa della famiglia Cesaroni, una casa frequentata da un gran numero di personaggi sempre di ottimo umore, questo perché i Cesaroni spacciano.

Lettera aperta alla HBO

Cara Home Box Office, i vostri prodotti audiovisivi incontrano piacevolmente i miei gusti, ma diciamocelo chiaramente; non tutte quello che producete è all’altezza del vostro potenziale. Questa non è una lettera di reclamo, è una proposta per migliorare il vostro lavoro; di seguito ci sono un po’ di idee del cazzo che potete liberamente usare, in maniera tale da impegnare le vostre menti migliori sui progetti di punta:

Genere sit-com per adulti (questa sarebbe fica girarla in Italia, in Brianza, o nel Nord-Est, in quest’ultimo caso si potrebbe citare il capolavoro “Signore e Signori” di Pietro Germi, ma voi che cazzo ne sapete…): Una tipa è a capo di una fabbrica di profilati plastici in una piccola comunità ricca e provinciale. La fabbrica va male e il marito della tipa è scappato all’improvviso, probabilmente a Cuba, lasciandola da sola con i debiti e due figli maschi. Quando sta per scrivere un comunicato aziendale sul pc di casa, per informare i dipendenti dell’inevitabile chiusura, si imbatte nel materiale porno che il figlio più grande ha visionato su quel pc. Arrossisce, anche se è da sola, e comincia a cancellare le pagine dalla cronologia del browser, ma mentre lo fa la sua vista viene attratta da alcuni oggetti, oggetti colorati che bellissime ragazze si passano sorridenti. L’illuminazione: la sua fabbrica produrrà sex toys. La riconversione andrà alla grande, ma la tipa dovrà fare quotidianamente i conti con l’ipocrisia, il moralismo, ma anche l’avidità della sua comunità.

Genere noir stupefacente (filone che nascerà dopo Breaking Bad, fidatevi): C’è un tizio sui trentanni, un biochimico, uno che nonostante l’età adulta e i titoli accademici viene frequentemente appellato come “ragazzo”, uno perbene, uno che ha sboccato il sangue sui libri tutta la vita, impacciato con le donne, simpatico a tutti, anche se nessuno lo conosce davvero. Svolge un’attività di ricerca su una pianta misteriosa, la salvia divinorum, pianta resa recentemente illegale in molti Stati per via delle sue proprietà stupefacenti, e proprio sul suo principio psicoattivo, il salvinorin-A, il tizio incentra la sua ricerca. Poi un giorno gli comunicano che il dipartimento per cui lavora non ha più i fondi per finanziare il progetto. Il tizio rimane senza lavoro, e in città avvengono dei misteriosi casi di delirio, un delirio molto simile a quello indotto dal salvinorin-A, gli episodi diventano sempre più frequenti e le autorità aprono le indagini; inizialmente si indaga sul tizio, ma egli riesce a dimostrare la sua innocenza, allora viene assunto come consulente, in quanto nessuno conosce meglio di lui gli effetti della pianta. La pista del folle trova riscontro, l’avvelenatore seriale comincia a rivendicare i suoi “scherzi”, firmandosi come “l’untore”; l’avvelenamento di un acquedotto, la nebulizzazione dell’allucinogeno nell’impianto di areazione di un centro commerciale, la contaminazione di derrate alimentari, ha anche individuato una molecola che in sinergia col Salvinorin-A ne allunga gli effetti nel tempo. Le conseguenze degli scherzi sono spesso drammatiche, con incidenti mortali e traumi irreversibili, ma si registrano anche casi più difficilmente classificabili, come persone che cambiano stile di vita e che si riferiscono all’attentato parlando di rivelazione. Si sviluppa anche una sorta di strano turismo in città, con gente che vi si reca sperando di capitare nei piani dell’untore. Alla fine il tizio giungerà all’identità dell’untore, che altri non è che il suo alter ego schizoide, slatentizzato dall’assunzione involontaria e duratura di piccolissime quantità di salvinorin.

Idee sparse per serial killer che tornano sempre utili: un testimone di geova che di notte ammazza chi la domenica mattina al citofono lo manda a fanculo. Un autore televisivo frustrato che rapisce i dirigenti di rete, gli legge tutto Pasolini e poi li accoltella. Poi, serial killer degli autisti di autobus che arrivano in ritardo, di blogger che copiano i post altrui senza citare la fonte, di quelli che dicono “apericena”.