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UNA PROPOSTA MOLESTA / I REBOOT

Ve lo ricordate “Will il principe di Bel-Air”?

Ebbene ne hanno fatto un rifacimento, ma attenzione… è diventata una serie drammatica/action/crime (qui il trailer).

Qualora la cosa divenisse di moda, suggerisco alcuni reboot nostrani:

-“Casa Vianello”: una ricca e anziana coppia vive la propria esistenza ricco borghese. Lei, una donna sadica e perversa, è parecchio stufa della routine matrimoniale, così escogita dei modi sempre diversi per attirare delle giovani donne in casa per torturarle fino alla morte. Lui tenta in tutti i modi di salvarle, cercando di sedurre le donne e portarle fuori da casa, ma fallisce ogni volta miseramente. La sera, quando la sete di sangue di lei sembrerebbe essersi placata, l’anziana assassina sotto le lenzuola comincia a scalciare: è l’astinenza dal sangue, e il giorno dopo una nuova giovane vita sarà spezzata.

-“Un medico in famiglia”: Roma, anni 60. Nonno Libero, dopo una vita di lavoro e dopo aver combattuto i tedeschi come partigiano, si gode la pensione e i suoi nipotini, la prole del suo unico figlio, un brillante medico rimasto vedovo. Ma un giorno Libero scopre qualcosa che mai e poi mai avrebbe potuto immaginare: quando Libero si unì alla Resistenza, suo figlio era un brillante studente di medicina, finita la guerra Libero tornò a Roma ma non trovò il figlio, tempo dopo gli spigherà che era scappato per paura dei bombardamenti. Ma Libero scopre che in realtà suo figlio era diventato l’assistente del Dottor Josef Menghele, l’angelo della morte di Auschwitz. Cosa farà Libero? Cederà alla rabbia e al senso di giustizia, lasciando gli amati nipoti orfani anche del padre? Oppure farà finta di niente sapendo di aver egli stesso generato il Male contro cui ha combattuto per tutta la vita?

-“I Cesaroni”: nel cuore del quartiere Garbatella c’è la casa della famiglia Cesaroni, una casa frequentata da un gran numero di personaggi sempre di ottimo umore, questo perché i Cesaroni spacciano.

Una proposta molesta / Gli Oscar 2021

Oscar per il miglior film, miglior regia e migliore attrice protagonista al bellissimo “Nomadland”, la storia di una sessantenne che gira tutto il Paese col suo furgone. Probabilmente perché non lo sa parcheggiare.

Miglior sceneggiatura originale a “Una donna promettente”. Stupendo thriller: una cinica trentenne si finge ubriaca per rinfacciare agli altri le proprie mostruosità. Un po’ come me, a parte la faccenda del rinfacciare agli altri e il fatto che io non fingo.

Miglior fotografia e scenografia a “Mank”: un interminabile film in bianco e nero che parla di Grande Depressione. No, non è una diretta streaming del PD.

Miglior film straniero al danese “Un altro giro”. Pellicola molto originale di Vitenberg, che racconta di alcuni integerrimi insegnanti che decidono all’improvviso di lavorare solo da ubriachi. Una storia che voleva essere grottesco-surreale ma che la DAD ha reso neorealista.

Miglior montaggio e miglior sonoro a “Sound of metal”, il toccante dramma di un batterista noise che perde l’udito. Insomma, un film sul karma.

Migliori effetti speciali a “Tenet”. otatnocs oimerP

“Pinocchio” non ha vinto nulla, ma lui dice il contrario.